Ciacci Piccolomini
Il 31 dicembre 1877 la contessa Cerretani vendette a sua volta l'intero patrimonio a Francesco, capo della famiglia castelnuovese dei Ciacci. In seguito al matrimonio, avvenuto nella prima metà del 900, fra il conte Alberto Piccolomini d'Aragona, discendente dalla stirpe di Enea Silvio Piccolomini noto come Papa Pio II, e la signorina Elda Ciacci , il cosiddetto Palazzo del Vescovo diventa Palazzo Ciacci Piccolomini d'Aragona. Nel 1985, con l'estinguersi del casato, la proprietà passò in eredità a Giuseppe Bianchini e alla sua famiglia, che vi stabilì la residenza e la sede dell'azienda agricola, raccogliendone anche il patrimonio storico e portando avanti con determinazione le tradizioni e la cultura loro tramandate. Purtroppo Giuseppe, grande vignaiolo ed estroverso personaggio montalcinese, è venuto a mancare nel febbraio 2004, lasciando un grande vuoto e un grande compito da continuare ai figli Paolo e Lucia, che già lo affiancavano nella gestione aziendale e nelle cui mani è oggi il timone della Tenuta Ciacci Piccolomini d'Aragona. E per ricordare degnamente Giuseppe, la famiglia Bianchini gli ha dedicato la Riserva 1999 del Brunello poiché con la sua operosità e la sua dedizione ha permesso a questa azienda di raggiungere i massimi livelli qualitativi. Per la sua attività e per l'attaccamento dimostrato al territorio ilcinese, il Comitato Cateriniano gli attribuì il prestigioso Premio Internazionale Santa Caterina d'Oro Città di Siena.
La Tenuta Ciacci Piccolomini d'Aragona vanta le proprie origini fin dal secolo XVII e custodisce il proprio patrimonio storico in un palazzo sorto nello stesso periodo ad opera del Vescovo montalcinese Fabivs de' Vecchis Abate di Sant'Antimo. Come tanti altri giovani rampolli delle nobili famiglie senesi, conseguì la laurea di dottore utriusque legis per seguire poi la carriera ecclesiastica. Presto fu Canonico della Metropolitana di Siena e nel 1663, all'età di soli 39 anni, fu eletto Vescovo e destinato alla sede di Montalcino, che assunse il 14 gennaio 1664 con i titoli di Abate di Sant'Antimo, Conte Palatino e Consigliere dell'Impero. Fabivs concepì ben presto il progetto della costruzione della sua residenza personale in Castelnuovo dell'Abate, castello eretto dagli Abati di Sant'Antimo nel luogo di un antichissimo castellare preistorico. Il Palazzo, imponente per la mole, è eretto in forme tardo-barocche nel cuore del Castello, di fronte alla chiesa parrocchiale e nell'antica casa del Comune nell'area dove, già nel Medioevo, esisteva l'antico Palazzo degli Abati di Sant'Antimo. Dando prova di particolare sensibilità antiquaria, Fabivs volle anche arricchire il giardino, sistemandovi antichi pezzi scultorei provenienti dalla stessa Abbazia. Il Palazzo, rimasto alla Mensa Vescovile di Montalcino, sarà posto all'incanto a seguito della legge italiana sui beni dell'Asse Ecclesiastico e acquistato il 16 settembre 1868, con le vaste proprietà agricole annesse alla Mensa, dalla contessa Eva Bernini Cerretani.
Giuseppe a metà degli anni '80 si ritrovò in mano un'azienda ancora quasi basata sulla mezzadria e con soli 4 ettari a vigneto che era riuscito ad impiantare negli anni '70 convincendo faticosamente la vecchia contessa Piccolomini. Da allora in poi, in poco più di un decennio, con un grande lavoro abbiamo riconvertito l'azienda al mercato, abbiamo impiantato altri 35 ettari a vigneto e ci siamo estesi anche nella zona del Montecucco, in località Montenero d'Orcia, acquisendo il podere Santo Stefano, gestito secondo i criteri dell'agricoltura biologica, dove è stata costruita anche una nuova cantina, riunendo così in un'unica proprietà i terreni delle due sponde, senese e Grossetana, del fiume Orcia. Ma le novità della nuova gestione, quella di Paolo e Lucia, non finiscono qui: la nuova cantina della Tenuta Ciacci Piccolomini d'Aragona sorta presso il Molinello, di ben 2500 mq, da poco terminata, era stata ideata e disegnata dal padre Giuseppe. Anche il progetto delle nuove etichette era nato con Giuseppe per dare all'azienda una nuova impronta, rendendo più visibile il nostro marchio Ciacci Piccolomini d'Aragona e iniziare con un buon auspicio la commercializzazione dei vini del nuovo Millennio. E se tutto va secondo i piani, vorremmo migliorare l'accoglienza degli ospiti nei nostri casali destinati all'agriturismo. Anche se le esigenze del mercato sono sempre più dure, il nostro è stato e rimarrà nella fascia dei Brunello tradizionali mantenendo e migliorando, ove possibile, la qualità sotto tutte le sue infinite sfumature, nonché cercando di fare qualcosa che sia percepito nel miglior modo possibile dal consumatore finale.